C'era una volta la vecchia chiesa del 1500, or non c'è più. L'hanno abbattuta nel '69 - ci informa un agguerrito delatore - per costruirne una grande e moderna, più adeguata alle "accresciute esigenze religiose di un centro turistico come Numana". Tutte pippe, si trattava solo di far ballare qualche miliardo. L'esito qui visibile è una pustola incredibilmente dotata di spigoli, degna di entrare nei migliori musei di criminologia. 
Chiesa della Madonna dei Poveri, Baggio [Milano]
Con una simile dedicazione certo non ci si poteva aspettare un profluvio materico di marmi, vetrate, colonne e cori multipli, ma la povertà ostentata è altrettanto irritante della ricchezza esibita: sono entrambi segni di un'arida ripicca. Tale è la chiesa della Madonna dei Poveri, che pare una fabbrica dismessa con porte e finestre murate o, più generosamente, un bocciodromo colonial style ad Addis Abeba. 
Chiesa di San Domenico, Udine
Ineccepile come sala da ballo in un'isoletta dell'Egeo o missione gesuitica in un pueblo del Nuovo Messico, è difficile immaginarla in un quartiere di edilizia economica e popolare alla periferia di Udine, dove è arduo rinvenire gente che balla il sirtaki intorno a un cactus. Alla chiesa di San Domingo non rimane altro che una suggestiva e abbacinante estraniazione. Consigliabile per il set di un western-spaghetti a basso costo.