A cura di Alberto Graziani
Chiesa di Santa Maria, Assago [Milano]
Chi non ha il culo di nascere e crescere in campagna o nel centro storico di qualche città [dunque l'87% della popolazione], sviluppa a mala pena i cinque sensi, tanto per distinguere una gallina da una lavatrice o la mamma da un semaforo. Per l'uomo periferico il Bello, l'Armonia, la Proporzione restano divinità ignote e oscure, sbranate da speculazioni selvagge e volumetrie sciagurate. Egli non può quindi dolersi di chiese che sembrano brutti caseggiati e di caseggiati che sembrano brutti sogni. Quando si dice la Provvidenza. Chiesa di San Gioacchino, Bacoli [Napoli]
L'arte di arrangiarsi ha compiuto un altro miracolo. E dall'innesto di una vecchia torre per il controllo del traffico aereo su un fianco della preesistente piscina comunale è nata una chiesa a costo zero, con tanto di radar per l'intercettazione delle pecorelle smarrite. Due croci nei punti strategici hanno provveduto a dissipare i dubbi dei più diffidenti. Grazie a Peppe per la sacra delazione. Chiesa di San Lazzaro, Bassano del Grappa [Vicenza]
Tipica pagoda panettoneggiante o panettone pagodeggiante dei primi anni '70, la chiesa in esame merita tuttavia un encomio dato che esprime, a fronte di tanti orrori velleitari e presupponenti, un genere di bruttezza dignitosa e austera. Dove gli scatti nervosi della pseudocupola vengono domati da una sorta di lanterna-gazebo che sostituisce, in economia, il campanile.